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1994

ristrutturazione e allestimento dello showroom CASSINA

ristrutturazione e allestimento dello showroom CASSINA
via Durini MI(con P.Ferrari)

 

“La ragione della ristrutturazione – ha spiegato Achille Castiglioni a “Ddn” – era quella di ampliare lo spazio espositivo creando due ambienti differenti, sopra e sotto, ma che vivessero insieme. Soprattutto bisognava incuriosire il pubblico a salire. Il cliente vede subito, sull’asse dell’entrata, la scala che porta al piano superiore, una scala che poteva essere elicoidale e che invece ho voluto con un disegno molto libero con tre pianerottoli sfalsati e con un gioco di pareti a specchio e di parapetti a ringhiera; un vedo-non-vedo che dovrebbe interessare a salire per scoprire cosa c’è sopra. Un’altra difficoltà era che questo negozio era noto per la sua grande cupola centrale. Io ho cercato di inserire una struttura che, per quanto ampia, non incombesse e non ingombrasse del tutto la vista dell’architettura preesistente.  Per questo, il piano del soppalco non aderisce ai pilastri ma è leggermente staccato e sorretto da travi in ferro, volutamente a vista e colorate dello stesso verde brillante della ringhiera. Inoltre, una riga luminosa sottolinea il perimetro del soppalco, visto da basso, con l’intento di assottigliarlo e distinguerlo dalla struttura”. Mantenute le vetrine – riservate ai nuovi prodotti – e l’ingresso a galleria trasparente che le attraversa, Castiglioni interviene ribassando il soffitto della sala quadrangolare. Nello spazio centrale, un soppalco circolare – “un grande disco volante che si è posato in via Durini”, come l’ha definito Italo Lupi – realizza il nuovo livello; sovrastato dalla cupola, un percorso circolare si affaccia sulla scala a specchi obliqui e pareti tagliate. Quest’ultime, al piano terra, diventano diaframmi che riorganizzano l’originario open space; lo spazio acquista una volumetria più consona a una esposizione di mobili, tavoli e sedie, utilizzati anche come postazioni di lavoro. Oltrepassata la scala, una pedana a quote differenziate (per la presentazione degli imbottiti) sale verso la sala delle colonne, la cui parete di fondo ospita, in una scaffalatura a griglia geometrica – omaggio a Enzo Mari e Bruno Munari -, gli oggetti di Danese. A destra dell’ingresso, tagli obliqui ma simmetrici “sono una forma architettonica particolare che dovrebbe incuriosire il pubblico ad addentrarsi in […] ambienti più appartati”. Infine, su una parete sono illustrate le caratteristiche della produzione di serie.