1996
mostra “Gli immaginari della differenza”,XIX Triennale
allestimento generale della mostra “Gli immaginari della differenza”,
XIX Triennale (MI) (con G.Cavaglià e I. Lupi)
Introduzione al tema Identità e differenze della XIX esposizione della Triennale di Milano, la mostra Gli immaginari della differenza occupa 1300 mq circa al primo piano del palazzo dell’arte e tratta l’influenza del piano nello sviluppo architettonico delle città, invitando contemporaneamente, mediante quattro installazioni, a una riflessione sulle attuali possibilità di fruizione degli spazi abitativi. Il visitatore passa dall’esperienza diretta dell’attraversare le installazioni alla lettura delle interpretazioni urbane, sempre accompagnato nel percorso da pannelli appesi. Dallo spazio d’arrivo dello scalone principale, si accede ai quattro scenari – Delirium di Peter Eisenman, Pulp city di Craig Hodgetts e Hsin Ming Fung, La finestra sul mondo di Jean Nouvel, Arazzo, aria, rete di Juan Navarro Baldeweg. Per ciascun architetto, Castiglioni prepara ambiti in cui rappresentare il proprio modo di operare, separati da elementi di mediazione (progettati dagli stessi autori), che delimitano gli spazi senza diventare barriere. La successiva sezione Identità e trasgressioni urbane (curata da Luigi Mazza) svolge una lettura storico-critica di Barcellona, Amsterdam e Milano e del rispettivo rapporto con i vari interventi di attuazione dei piani urbanistici. A tre lunghe strisciate fotografiche a volo d’uccello sulle città, montate sovrapposte su un’unica parete nella sala centrale, è demandato il ruolo di una comunicazione sintetica, per il visitatore che non si trattiene nella lettura puntuale dei documenti, i quali sono esposti di fronte al grande “affresco urbano” su tavoli-leggio, dei piani inclinati continui, ove sono impaginate illustrazioni e scritti, organizzati in grandi tavole sinottiche.